di Francesco Bromo – (redazione iBlend Ag.)
OCSE ed EUIPO hanno pubblicato un rapporto che quantifica i danni di contraffazione e pirateria. La risposta della legge ‘salva olio’.
Contraffazione e pirateria delle merci costano cari all’Italia: dopo gli Stati Uniti, il nostro è il secondo paese al mondo per numero di marchi sequestrati in un anno.
Da noi il fenomeno costa oltre 17 miliardi di euro, 5 miliardi di euro di entrate erariali in meno che equivalgono a quasi mezzo punto percentuale del PIL, oltre che alla perdita di 100 mila posti di lavoro. I dati (aggiornati al 2013, ultimo periodo disponibile) sono contenuti in un report reso noto da EUIPO (l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale) e dall’OCSE (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e si basano su oltre mezzo milione di sequestri doganali.
Tra i settori più colpiti moda, giocattoli e manco a dirlo l’agroalimentare, con l’olio extravergine di oliva ai primi posti dato che si tratta di un mercato da 3 miliardi di euro, di cui la metà provenienti dall’export.
La legge ‘salva olio’
Dei metodi usati per contraffare l’olio ne avevamo già parlato qui, ed il tema della tutela dell’olio di qualità è tornato d’attualità negli ultimi tempi, sia grazie a Sol & Agrifood, la rassegna dell’agroalimentare di qualità, sia grazie alle modifiche alla cosiddetta legge “salva olio” in discussione a Montecitorio.
La legge, voluta fortemente dalla maggioranza delle associazioni agricole ed agroalimentari (Cno, Alleanza cooperative, Cia e Coldiretti) ed entrata in vigore appena tre anni fa, non è mai piaciuta all’Unione Europea che ne ha impugnato alcune parti ed ha minacciato di aprire una procedura di infrazione a carico dell’Italia se non dovesse provvedere alla modifica. (altro…)